Assertività

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”
Francois Marie Arouet (Voltaire)

Per definire che cosa sia l’assertività può essere utile definire ciò che assertività non è: innanzitutto i comportamenti passivi e aggressivi. A ognuno di noi è certamente successo, a seguito magari di una discussione con una persona, di andarsene via e di pensare dentro di sé: “Accidenti avrei dovuto dire così… avrei dovuto fare così… bè la prossima volta farò diversamente…”: in questo caso siamo stati passivi. Altre volte invece ci capita di comportarci in modo troppo duro, e ci sentiamo a disagio avendo esagerato con il nostro “diritto a difenderci”: in questo caso siamo stati aggressivi.  Essendo esperienze che almeno una volta nella vita sono capitate a tutti, non possiamo parlare di “persone passive” o di “persone aggressive” ma di comportamenti  passivi o aggressivi a seconda del caso.

Si parla di comportamento passivo quando la persona mette da parte le proprie esigenze, i propri diritti, nel rapporto con gli altri fatica a mostrare quanto vale e spesso viene svalutata; spesso la persona che si comporta in modo passivo si sente frustrata, ansiosa, depressa, scontenta.

Si parla di comportamento aggressivo quando una persona cerca di far valere i propri diritti e le proprie esigenze ad ogni costo. In questo modo magari riesce anche a vedere soddisfatti alcuni dei suoi bisogni ma rischia di compromettere le amicizie, i rapporti lavorativi, la relazione con il partner e con i famigliari. Anche a fronte di alcuni successi la persona aggressiva si trova spesso ad essere scontenta di sé.

La persona che si comporta in modo assertivo, considera importanti i propri bisogni e le proprie esigenze e fa in modo di soddisfarli, cercando però di intaccare il meno possibile i bisogni e i diritti degli altri. La persona che si comporta in modo assertivo non deve certo sempre essere calma o sorridente ma deve saper alternare comportamenti passivi e aggressivi a seconda delle circostanze. Alle volte agire in modo passivo può essere un comportamento assertivo. Pensiamo, ad esempio, alla circostanza in cui stiamo discutendo animatamente con una persona che ci ha tagliato la strada: forse vale la pena di non dirgli esattamente tutto quello che pensiamo se vediamo che tira fuori un coltello!!! Così allo stesso modo anche un atteggiamento aggressivo in alcune circostanze può essere assertivo ad esempio per interrompere le richieste insistenti di chi con le buone non rispetta il limite dato: già, la persona assertiva alle volte può anche essere scortese.

Assertivi perché e quando???

Per effettuare delle scelte in campo sentimentale e lavorativo;
• Per saper fare e saper accettare i complimenti e le richieste;
• Per saper affrontare le critiche che ci vengono fatte;
• Per farci accettare all’interno di un gruppo di persone;
• Per gestire il rapporto con i colleghi e con i pari;
• Per imparare a dire no ad una richiesta che non si condivide;
• Per imparare ad esprimere i propri sentimenti;
• Per gestire il rapporto con le persone per noi significative.

Assertivi come? Istruzioni per l’uso

In alcune situazioni o in particolari periodi della vita, la nostra capacità comunicativa può risultare compromessa da ansia, depressione, stress o “blocchi” emotivi che ci impediscono di riuscire a riconoscere e ad esprimere in modo adeguato i nostri bisogni e desideri.
Nel percorso diagnostico-terapeutico della Terapia Cognitivo Comportamentale individuale, l’indicazione di progettare un Training di Assertività clinico ha l’obiettivo di lavorare su:
• paura di fallire, di non riuscire;
• paura nei contatti sociali e nelle relazioni interpersonali;
• incapacità di chiedere e di imporsi; • paura di dire di NO;
• perfezionismo clinico;
• auto-criticismo;
• isolamento.

Bibliografia
Gianantonio, Mi vado bene, Edizioni Erickson