Attacchi di panico
“La più grande prigione in cui le persone vivono
è la paura di ciò che pensano gli altri”
Icke
Hai mai provato…
• palpitazioni o tachicardia;
• sensazione di asfissia o di soffocamento;
• dolore o fastidio al petto;
• sensazioni di sbandamento o di svenimento;
• disturbi addominali o nausea;
• sensazioni di torpore o di formicolio;
• brividi di freddo o vampate di calore;
• tremori o scosse;
• bocca secca o nodo alla gola;
• sudorazione accentuata;
• Appannamento della vista
• Tensione o rigidità muscolare;
• sensazione di irrealtà o sensazione di essere staccati da se stessi;
• confusione mentale;
• paura di perdere il controllo o di impazzire;
• paura di morire.
Probabilmente, mentre stavi provando alcuni di questi sintomi hai pensato che stesse per succederti qualcosa di veramente grave con credenze del tipo: “ Sto per morire”, “ mi metterò in ridicolo”, “Sto per svenire”, “sto per soffocare”, “sto diventando matto”…. In una situazione del genere hai vissuto un Attacco di Panico, questi sintomi sono l’espressione dell’attivazione del nostro sistema di difesa innato di attacco-fuga. Per parlare di Disturbo di Panico, non è sufficiente che vi siano degli attacchi di panico, ma è necessario che si associ anche un marcato cambiamento dello stile di vita; infatti moltissime persone, hanno occasione nella loro vita di sperimentare uno o più episodi di ansia intensa, ma soltano alcuni di questi sviluppano poi un Disturbo di Panico. I singoli episodi di panico possono dipendere da reazioni fisiologiche a diversi fattori, quali: una notte insonne, eccesso nell’uso di caffè o di sostanze contenenti caffeina, reazione in seguito ad una serata in cui abbiamo bevuto troppo alcool, un eccessivo stress oppure come effetto collaterale di alcuni farmaci.
La modificazione dello stile di vita per timore di avere un ulteriore attacco di panico può assumere due forme: l’evitamento delle situazioni in cui si teme di stare male, oppure una condizione di frequente e persistente ansia all’idea di dover affrontare quelle situazioni, sviluppando una “paura della paura”.
Questo fa si che chi soffre di questo disturbo tende a limitare in modo significativo la propria vita, l’evitamento infatti può essere circoscritto ad alucne situazioni specifiche, ma può anche essere talmente esteso da interferire pesantemente sulle scelte importanti di una persona.
Tra i comportamenti di evitamento più diffusi troviamo:
• non utilizzare automobile, autobus, metropolitana, treno o aereo;
• non frequentare luoghi chiusi (cinema, teatri, ascensori);
• non allontanarsi da zone considerate sicure;
• non compiere sforzi fisici;
• non frequentare luoghi particolarmente affollati.
Oppure chi soffre di Disturbo di Panico può arrivare ad affrontare le situazioni temute solo dover aver preso delle precauzioni i comportamenti protettivi più diffusi sono:
• portare con sé farmaci per l’ansia;
• muoversi solo in zone in cui sono presenti strutture mediche;
• allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia;
• tenere sempre sotto controllo le uscite di sicurezza.
Cause del disturbo di Panico
I fattori di richio per l’insorgenza del disturbo di panico sono:
• situazioni di stress psicologico (conflitti interpersonali, lutti, difficoltà sul lavoro, problemi finanziari);
• situazioni fisicamente stressanti (mancanza di sonno, malattie, iperlavoro)
• iperventilazione;
• predisposizione genetica e familiarità in termini di risposta ansiosa a stimoli specifici;
• caratteristiche di personalità, quali ad esempio l’ipervulnerabilità agli stimoli ansiogeni.
Cosa succede
Gli effetti del disturbo di panico sulla vita delle persone possono riguardare diverse aree:
lavorativa (es. rinuncia ad un lavoro per le difficoltà di spostamento);
familiare (es. tensioni causate dalle frequenti richieste di essere accompagnati per fare commissioni);
sociale (es. riduzione delle relazioni a causa della difficoltà a frequentare luoghi pubblici).
La riduzione dell’autonomia, conseguente all’attuazione dei comportamenti protettivi e di evitamento, può compromettere notevolmente la qualità della vita di chi soffre del disturbo e dei suoi familiari, minando il senso di efficacia personale e l’autostima che, a loro volta, possono produrre una depressione secondaria o l’abuso di sostanze stupefacenti e alcool.
Cosa fare
I trattamenti per la cura del disturbo di panico riconosciuti come più efficaci sono la farmacoterapia e la psicoterapia. Rispetto alla farmacoterapia per la cura del disturbo di panico vengono utilizzate le benzodiazepine e gli antidepressivi di nuova generazione. Tuttavia questo trattamento seppur apparentemente risolutivo rispetto alla sintomatologia non è sufficiente, sarebbe come curare un mal di schiena con un analgesico, a breve termine otterremo un risultato , ma se non lavoriamo sulla causa facilmente i sintomi si ripresenteranno. Per questo il trattamento combinato tra la psicoterapia e la farmacoterapia è considerato il trattamento di elezione, tra l’altro la farmacoterapia alleviando la sintomatologia ansiosa e il grado di sofferenza personale crea un buon terreno per un efficace intervento psicoterapico.
La terapia cognitivo-comportamentale, terapia evidence based per il disturbo di panico si basa sul presupposto che, durante un attacco di panico, la persona tende ad interpretare alcuni stimoli esterni o interni come pericolosi, come il segnale di un’imminente catastrofe; tali interpretazioni spaventano la persona, attivando l’ansia.