Disturbo bipolare
“Non avrei sentito sonno o stanchezza. Non potevo sentirli. È come chi non percependo il dolore rischia di morire dissanguato per la ferita. Io sarei sopravissuta per miracolo al crollo finale che ti lascia senza un briciolo di energia. Senza nemmeno la forza di piangere”
Alessandra Arachi, Lunatica
Il disturbo bipolare colpisce circa 1 persona su 100, è un disturbo caratterizzato da severe alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche più volte durante la giornata. Non bisogna, però, confondere quelli che comunemente sono definiti “alti e bassi”, che ognuno di noi può sperimentare nel corso della propria quotidianità, con le gravi manifestazioni del disturbo bipolare, che possono, invece, rovinare i rapporti interpersonali, causare la perdita del lavoro e, in casi estremi, portare a comportamenti suicidari.
Durante le fasi maniacali la persona può presentare disinibizione eccessiva e, in genere, comportamenti socialmente inappropriati. Si sente particolarmente euforica, con la sensazione di avere enormi potenzialità personali, questa può aggravarsi fino a divenire delirio di onnipotenza.. Il comportamento, spesso, diventa disorganizzato e inconcludente, con azioni senza alcuna direzione apparente: non si fa in tempo ad iniziare un’attività, che la si lascia a metà per passare ad altro o si fanno più cose contemporaneamente senza completarne alcuna.
I pensieri vanno così veloci che è difficile star loro dietro, così come le parole. In alcuni casi, invece, la fase maniacale è caratterizzata prevalentemente da umore disforico, con una sensazione di ingiustizia subita e quindi con la presenza di grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza. Molto spesso l’esperienza soggettiva delle fasi maniacali è piacevole e ricercata, tanto che chi ne soffre le identifica come i periodi di maggior benessere, e questo rende più difficile la compliance alla terapia. Le fasi depressive seguono spesso quelle maniacali e ipomaniacali e per molti versi ne rappresentano l’opposto. L’umore è molto basso, con la sensazione che nulla interessi né possa dare piacere. Si perde il significato della vita, che appare profondamente dolorosa.
Molto spesso il paggassio da una fase all’altra è caratterizzato dalla presenza contemporanea di sintomi depressivi e ipomaniacali: frequentemente la persona in questa fase soffre di una pervasiva ansia e irritabilità.
Solitamente chi soffre di questo disturbo chiede aiuto quando è in una fase depressiva, e molto spesso non riferisce, in prima battuta, al terapeuta di avere avuto delle fasi caratterizzate da umore elevato o mania, per questo diventa molto importante raccogliere accuratamente la storia di vita del paziente.
Come riconoscere il disturbo bipolare?
A tutti noi sarà capitato di osservare che il nostro modo di pensare e di agire dipende spesso dall’umore del momento: se siamo felici ad esempio abbiamo più voglia di fare e di sperimentare e affrontiamo gli ostacoli più facilmente, quando siamo tristi al contrario avremo la tendenza a pensare in modo negativo a sentirci insoddisfatti e a dimenticare le risorse e le potenzialità a nostra disposizione. Il nostro umore varia sensibilemente a seconda del tempo, degli impegni e delle difficoltà del momento, avere alti e bassi è un’esperienza del tutto comune. Diventa quindi importante poter riconoscere il Disturbo Bipolare, quelli elencati sono alcuni dei segnali che possono farci accendere un campanello d’allarme.
• Avere un familiare affetto da disturbo bipolare;
• Avere un temperamento molto brillante;
• Poca vulneranilità alla fatica, di solito prima di un periodo di depressione;
• Avere una depressione caratterizzata da sintomi molto gravi come i deliri;
• Mancato\eccessivo bisogno di dormire.
Cosa Fare
Nella cura del disturbo bipolare uno dei concetti fondamentali è che deve essere trattata la malattia nel suo insieme e non il singolo episodio depressivo o maniacale che sia.
Siccome il disturbo bipolare è una malattia ricorrente è consigliabile un trattamento life time che combini insieme farmacoterapia e psicoterapia. Nel libro “Una mente inquieta” la psicologa Kay Jamison, affetta da un disturbo bipolare, racconta come la psicoterapia l’abbia aiutata a superare tanti momenti critici della sua vita. In particolare la psicoterapia cognitivo- comportamentale si è dimostrata molto efficace nella cura di questo disturbo. Gli interventi terapeutici sono finalizzati ad aiutare il soggetto a riconoscere e ad avere consapevolezza del proprio funzionamento e ad accettarlo, a supportarlo nella gestione delle proprie emozione e a migliorare la gestione dello stress e conseguentemente ridurre il pericolo di una ricaduta. Il farmaco di elezione per il trattamento del disturbo, soprattutto delle fasi maniacali è il litio carbonato, vengono comunemente utilizzati anche gli stabilizzatori dell’umore, che evitano la ricorrenza delle oscillazioni tra un polo e l’altro. Anche gli antipsicotici atipici hanno un buon effetto sulla stabilizzazione del tono dell’umore.
La maggior parte delle persone con disturbo bipolare, anche affetta da forme gravi, se trattata, può raggiungere un ottimo livello di stabilizzazione della malattia.