Autostima
“Il compito principale della vita di ciascuno è dare alla luce se stesso”
Fromm.
L’autostima nasce dal rapporto che abbiamo con gli altri e diventa un modo di interpretare noi stessi e i fatti che ci accadono, rendendoci relativamente impermeabili a conferme o smentite: così come quando si è un po’ depressi e si tende a distorcere in senso negativo tutto ciò che succede fuori e dentro di noi, rischiando di peggiorare il nostro umore, che a sua volta può influire sull’interpretazione degli eventi, rendendoli sempre più neri.
L’INTERPRETAZIONE è sempre una DISTORSIONE della realtà
Esempio: Immagina di camminare per strada e di incrociare una persona che quando è vicino a te fa una smorfia mentre ti guarda. Che cosa pensi?
Puoi pensare che prova disgusto per te, che hai qualcosa sul viso, che è invidiosa di te, o che ha un tic nervoso. Quale interpretazione è corretta? Nessuna! Non hai abbastanza informazioni per saperlo. Ma di solito facciamo interpretazioni di questo tipo anche se abbiamo pochi elementi a disposizione.
Vero è che non possiamo non interpretare e lo facciamo anche in base alla nostra autostima: se pensi di essere brutto penserai più facilmente che quella persona sta pensando qualcosa di negativo su di te; se pensi di essere attraente puoi pensare che quella persona abbia un tic o sia invidiosa di te. A causa del filtro dell’autostima questo episodio può confermare l’idea negativa o positiva che hai di te stesso.
L’autostima è il giudizio profondo che abbiamo di noi stessi, è un insieme di valutazioni complessive che effettuiamo su noi stessi e che riguardano diversi ambiti: bellezza, posizione sociale, cultura, grado di amabilità competenze professionali, adeguatezza al ruolo di moglie marito, figlio, amico…. Sono normali delle discrepanze nella propria autostima: “sono intelligente ma un po’ bruttino”, “ho molti amici ma pochi soldi”, “sono bravo nel lavoro ma non come marito”… Tuttavia sono prevalentemente due le condizioni che possono provocare ansia e preoccupazione in una persona, minandone l’autostima:
• essere carente in molti aspetti della propria autostima;
• essere carenti in quello che si ritiene l’aspetto fondamentale della propria autostima
Come nasce l’autostima?
L’opinione che un bambino ha di sé è l’immagine diretta e in costante cambiamento dell’opinione che hanno su di lui le persone per lui più importanti come i genitori, i fratelli e i parenti che abitualmente frequenta.
Se i genitori sostengono le iniziative del bambino, ridono per i suoi scherzi, gli consentono di trasgredire senza punirlo in modo eccessivo e quando gli vietano un comportamento gli indicano quello alternativo da seguire, stanno lavorando per costruire nel loro figlio un’immagine di sé positiva, una sana fiducia nelle proprie capacità e nel proprio grado di amabilità.
Certo i successi e gli insuccessi saranno eventi importanti, che contribuiranno a costruire progressivamente l’immagine che ha di sé stesso nei diversi ambiti della vita: essere simpatico o antipatico, riuscire o no nello sport, essere gradevole, ecc. Col passare del tempo il bambino inizierà a formarsi un’immagine di sé sempre più precisa.
Durante l’adolescenza un’enorme quantità di nuove esperienze avranno un forte effetto sullo sviluppo della persona.
Quando una persona diventa adulta l’autostima è in genere consolidata, e sono necessari eventi significativi perché l’immagine di sé venga messa in discussione in modo sostanziale (un grande successo o insuccesso lavorativo o amoroso, malattie gravi o eventi traumatici, un percorso psicoterapeutico, ecc.). Anche se l’autostima è piuttosto consolidata in età adulta, questo non significa che sia adeguata alle proprie reali capacità e caratteristiche.
Possibili nemici dell’autostima
Accidentali: fattori che sono al di fuori del nostro controllo come ad esempio essere nati con difetti fisici, avere un genitore cronicamente depresso, nascere in un territorio in cui la propria etnia e il proprio sesso sono considerati “inferiori”, avere una grave malattia, perdere un genitore in giovane età…
Interpersonali: fattori che hanno a che fare con le relazioni con gli altri, come ad esempio crescere in un ambiente emotivamente poco sano, con genitori che fanno fatica a manifestare le proprie emozioni e ad amare, avere esperienze scolastiche negative, sia dal punto di vista relazionale sia dal punto di vista prestazionale, frequenti insuccessi lavorativi, delusioni nelle relazioni amicali e sentimentali
Bibliografia
Gianantonio, Mi vado bene, Edizioni Erickson